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L’ Abito Da Sposa Bruciato..

viennadressQuando avevo circa 15 anni approfittai del carnevale per comprare un abito da sposa, lo presi come quello raffigurato in figura, era tutto in chiffon una stoffa morbidissima e delicata con tanto di sottogonna e maniche a sbuffo giganti. Al commerciante mi ero inventato che era per una festa di carnevale, non sapendo come mascherare la mia passione e il mio desiderio per questi vestiti.

Lo portai a casa e lo avevo caricato un un PK Rosso nel portapacchi e lo nascosi alla sera tarda che era buio essendo febbraio dietro alla casa tra le piante conifere.

Cercai di portarlo nel bagno del cortile lo provai e dopo lo portai con le scatole sul solaio dove avevo una stanzetta per me. Lo riprovai e me lo ruotavo addosso, mi sono sempre piaciuti i vestiti che svolazzavano e questo svolazzava assai.

Lo nascosi all’inizio dietro alla mura interna della mansarda in una scatola e a volte andavo aprirlo per vederlo e toccarlo come se fosse per me il massimo del desiderabile.

Il sottogonna era in tulle e non mi era mai piaciuto il tulle per cui ero andato in cartoleria  a prendere un vestito da carnevale, lo tagliai e tenetti la gonna come gonna da usare per metterla sotto al sottogonna per avere un contatto con la pelle morbido e delicato.

Il vestito da sposa lo indossai parecchie volte, è stato uno dei più bei vestiti che ho avuto poi lo riposi in una borsa e lo nascondevo dietro alla mura della mansarda che era al buio e non frequentata.

Quando andavo in mansarda chiudevo la porta a chiave e lo indossavo poi se sentivo qualcuno salire spegnevo tutto e stavo immobile per non essere scoperto.

Un giorno trovai la cerniera della borsa aperta, non so chi la aveva aperta ma era come se fossi stato scoperto e cercai di rimediare alla situazione:

Quello che cercavo di fare era di annullare me stesso perchè dall’educazione che ho ricevuto venivo educato ad accettare me stesso solo se i miei gusti erano uguali a quelli di mio padre e mia madre e considerare sbagliati quei gusti e sentimenti che non erano condivisi dai miei genitori.

In questa maniera presi l’abito che lo amavo e cercavo di sbarazzarmi dei miei affetti prima facendo a pezzi l’abito, lo iniziai a strappare dalla cerniera posteriore, la parte più debole poi mi misi la manica sotto al piede e lo tiravo dalla gonna sbrindellandolo ulteriormente.

Lo misi nel caminetto e con l’accendino lo guardai a bruciare, mi piaceva un sacco ma dentro di me cercavo di sbarazzarmi di quel desiderio e gusto che era considerato anomalo e sbagliato, cercavo di non essere diverso perchè dovevo distruggere la mia diversità e questo era origine della mia follia e della follia educativa che avevo in casa.

Alla fine ho bruciato e distrutto quello che amavo e desideravo di più ma quello che stavo cercando di fare è di distruggere il mio modo di sentire e di desiderare le cose.

Affetto, desiderio, diversità, educazione, follia

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