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La perdita del lavoro desiderato…

depressionPrima di cedere e licenziarmi, credo fino 1998, dal lavoro che avevo desiderato e per il quale stavo cercando di impegnarmi provai a riscrivermi all’ università, ripagai le tasse e quando arrivai a casa vidi il mio zaino dove avevo nascosto i vestiti attaccato a un albero, i vestiti che avevo comprato contenuti al suo interno erano stati buttati da mia madre.

Lo shock fu tremendo, avrei voluto distruggere la casa dei miei e vendicarmi, non feci nulla, la sera a tavola evitai lo sguardo con mia madre e non ci parlammo, in famiglia le cose serie e problematiche non venivano affrontate e io non facevo altro che ripiegarmi in me stesso.

In famiglia erano più le situazioni di vergogna e umiliazione che la fiducia reciproca nei miei genitori, non ho mai amato stare in famiglia e anche se hanno sempre fatto tanto per me alla fine non sono mai stato accettato per quello che ero e che sono.

Comunque dalla rabbia rinunciai all’università e mano a mano che ero preso da Rosetta B. la mia autostima decresceva di giorno in giorno fino all’annullo.

Con Rosetta B. provai a parlare di quello che nascondevo, credo che ho avuto uno dei peggiori feedback che mi potevo aspettare e questo peggiorava ulteriormente la mia situazione.

Credo che la cosa più inaccettabile è quando una persona ti restituisce una immagine diversa da quella percepita e compresa, credo che sia una delle cose più nocive in assoluto.

Alla fine non riuscendo più a lavorare fui ricoverato in clinica dopo un tentato suicidio, mi venivano a fare visita anche Rosetta B. e il mio capo, erano in attesa che mi riprendessi e che li tornassi a sbalordire con il mio lavoro per quello che riguardava il mio capo e per Rosetta B. credo una cosa che non poteva accadere, essere diverso da quello che ero.

Dopo qualche mese peggiorai e non riuscendo più a lavorare mi fermai un po’ cercando altri lavori, in uno addirittura dopo 15 giorni chiamarono mio padre e fu mio padre a dirmi che non avevo più il lavoro…. credo che non potevo cadere più in basso, il mio unico pensiero era incapacità totale, rifiuto affettivo da parte femminile e considerazione e rispetto per se stessi inesistente, il mio unico pensiero era morire quanto prima….

 

Genitori, immondizia, lavoro, licenziamento, Vestiti

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