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Come le Difficoltà di Concentrazione e Di Attenzione mi Creano Isolamento

Sicuramente ho già parlato di alcuni miei deficit cognitivi, però non mi stancherò mai di ripetere come questi creano isolamento ed emarginazione.

Non so se oggi è il momento giusto per scrivere questo articolo, ho il cervello un po’ nel pallone ma visto che questa situazione la vivo anche ora e l’unica cosa di poco stressante è la scrittura provo a mettere giù due righe a vedere se riesco fare capire meglio cosa capita quando l’attenzione e la concentrazione non funziona.

Dai test cognitivi è emerso che ad esempio quando mi parlano di qualcosa, poi vengo distratto e mi chiedono di ritornare su quello che avevo ascoltato prima rimane così poco che è come avere qualche pezzo di un puzzle, ma senza potere legare i pezzi tra di loro perché non sono sufficienti a creare l’immagine della foto, in pratica quando rimangono tracce di memoria frammentarie di quello che si è vissuto diventa difficile capire il senso e il significato delle cose, questo capita anche ad esempio quando si ascolta una persona, oppure più di una perché si verifica una distrazione che porta in oblio quello che avevo ascoltato prima.

Stessa cosa capita nella lettura, e anche in attività che non sono solo legate al linguaggio o al suono, ma anche in altri ambiti sensoriali, per cui tutto diventa assai più difficile e complicato.

Quando una persona finisce come me di non avere una visione di insieme, di non riuscire a seguire un discorso o fare una lettura che oltrepassa il mio span di memoria, che può essere inteso magari come l’apprendimento di una sequenza che oltre a un certo numero di elementi non si può andare, la situazione in cui ci si trova e di una notevole difficoltà di comprensione e di potere essere partecipi di quello che abbiamo intorno, per cui tutto questo comporta lo sviluppo di sensazioni come inadeguatezza, incapacità e di solitudine e isolamento.

Capire il limite del proprio span nei vari livelli sensoriali e come potere apprendere senza che lo span sia troppo elevato da impedire l’apprendimento è una cosa importantissima, dal lavoro, alle attività ricreative, alla interazione con le persone, io devo ancora imparare molto su questo limite e come gestirlo, però in automatico alcune cose vengono da sé altre no e richiede un notevole lavoro e un notevole sforzo quando ci si trova davanti a queste difficoltà che rendono la vita di tutti i giorni assai difficile e complicata.

Oltretutto mancando una visione di insieme diventa difficile anche la comprensione e la gestione di alcuni problemi, concetti e conoscenze, il problem solving di tutto questo ne risente assai ed è necessario capire come portare i problemi alla mia portata perché non sempre lo sono e molte volte è difficile anche trovare aiuti concreti nel portare i problemi in funzione di me stesso.

La fiducia in se stessi è davvero una impresa, a volte cavarsela da soli è qualcosa che mi spaventa visto la consapevolezza del mio ritardo, quando devo farlo mi aumentano spropositamente le sensazioni di inadeguatezza e di incapacità, la solitudine fa da maestra, questo quando non si ha familiarità con quello che si deve affrontare, per cui sia da un punto di vista cognitivo che emozionale diventa tutto più difficile e complicato, però la consapevolezza e la conoscenza dei propri deficit forse è la strada per capire come aiutarsi e come affrontare le cose, anche se purtroppo uno in sedia a rotelle non inizia a camminare se non si regge, però potrebbe ad esempio usare le mani per spingere le ruote o i tasti per  andare avanti con gli ausili necessari, io sono ancora in cerca di questi, credo che la mia sicurezza dipenda molto dalla presenza e la conoscenza dell’uso di supporti che ancora mi mancano o non ho toccato con mano…

tutto questo si traduce anche in emarginazione, da una parte causata dallo stesso problema che ti limita le capacità di interagire con l’ambiente, dall’altra parte perchè a volte questa difficoltà diventa difficile da gestire anche per chi la vive dalla parte opposta, perchè può essere intesa come menefreghismo o scarso interesse o difficoltà di interagire con me visto la frammentarietà delle informazioni rimanenti e della difficoltà di partecipare nel loro ambiente adattandosi al loro span o alla loro capacità di apprendimento e comprensione, per cui si finisce per essere isolati ed emarginati molte volte senza il loro volere e neanche il mio.

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