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Relazioni Funzionali E Lontane Possibilità di Riuscita.

Nella grossa difficoltà di avere rapporti quando capita invece che una amica che mi attrae e mi piace mi mostra delle attenzioni anche a livello intimo subito inizio a raccontare e attivare la mia persona, in quel momento la mia persona diventa viva e si attiva, poi dopo quello che capita è che la mia attenzione si rivolge verso di lei e la sua situazione, ma non nella stessa modalità con la quale lei si pone a me e molte volte capita che la mia attenzione ritorni a me stesso e alla mia situazione.

Però anche se a volte si verifica questo non è mai abbastanza per riuscire a stare con una persona e vivere con lei, dopo un ora di chiaccherata devo staccare la spina perché mi sento sovraccarico, sia di emozioni ma anche di stress, per cui quando capita trovo una scusa per staccare la telefonata o la mia presenza e fuggire da questa situazione, anche con una donna che mi piace e mi interessa.

Spesso per mantenere il vivo dei vivo mi dedico ai bisogni della persona che sono attratto o che stimo, per me è molto importante soddisfarli al fine di ricevere le sue attenzioni, a volte le ho avute,  io vivo molto di questi stratagemmi, però questo non mi è mai bastato, perchè manca in me una persona emotivamente sviluppata e con altre risorse che non ho.

Il carico emozionale e percettivo quando è molto grande non mi permette di gestire questa situazione a lungo e devo staccare e andare con rapporti più distensivi e più superficiali meno impegnativi, quando capita questo però l’unica cosa che mi è sempre mancata è la parte erotica, per me questa è una vera difficoltà enorme e la mancanza di questa parte mi porta a sentirmi maggiormente diverso dagli altri e su un piano inferiore, questo non posso risolverlo con una escort o una donna di piacere, per me è importante che la donna che ho davanti abbia un forte valore emotivo e affettivo, questo per me è sempre stato impossibile, era capitato con al mia ex alla casa di cura villa rosa i primi giorni, dopo questo è diventato odio perché al tempo non conoscevo nulla di me stesso e non sapevo cosa capitava dentro di me, non sapevo gestire nulla della mia patologia, ma queste problematiche non ero solo io ad averle ma anche lei, è stata davvero dura per tutti e due, so che lei ora è riuscita forse affrontare le sue difficoltà, io ancora no e sono solo da più di 20 anni.

C’è da dire che quando avevo avuto questa esperienza avevo vissuto l’energia dell’amore, in quel momento buono la mia inferiorità la accettavo, quando nacquero le prime difficoltà non accettavo tutto ciò che  erano i miei problemi nemmeno i suoi per le ovvie ragioni che ho sopracitato.

Non credo sia giusto comparare le mie difficoltà con le sue, da quello che sto imparando ora se sarà confermata la diagnosi di sindrome asperger quello che le mie emozioni le confondevo come qualcosa di femminile e mi creava scompiglio nella mia identità in realtà quello che mi sembra di capire è che lo scarso sviluppo di queste e la loro forte intensità che spesso diventano ingestibili assieme alle sensazioni dei vestiti derivanti dalle stoffe e dalla mia esperienza questo forse non vanno confusi con una parte femminile, ma bensì con una cosa che ha a che fare con lo spettro autistico della sindrome asperger.

Ci sono cose che non conosco, però credo che da quello che ho imparato è che queste cose siano molto importanti e la non conoscenza di queste problematiche metterebbe in crisi chiunque anche la persona più colta e intelligente.

Oggi ho fatto mezzora di meditazione sul corpo, mi capitava che oggi mi aspettavo alcune sensazioni e invece ne sentivo altre, questa cosa mi ha fatto riflettere sul tipo di aspettative che mi creo e che voglio avere.

Forse la mancata percezione dell’ambiente esterno e della mancata attenzione porta la parte interiore a generare delle aspettative derivanti dai propri desideri e quello che capita è che a volte non si capisce che l’ambiente o nelle persone non ci possono essere queste aspettative e non si riesce accettare la cosa, perché il ragionamento che si fa non deriva dalla percezione ambientale o dalla percezione della persona, ma bensì dalle proprie debolezze e da quello che crea il tormento maggiore trasformando il contrasto in una incapacità e non in una cosa reale che non dipende da me o da quello che sono.

Questo purtroppo è pura teoria, i problemi percettivi e cognitivi non ti permettono di vedere questa teoria, spesso si cade nei tormenti e nelle frustrazioni che a volte come nel mio caso possono portarmi al suicidio o a depressioni con crolli di autostima devastanti.

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