Le Mie Paure Da Crossdresser in un Libro di Stefano Ferri
Ci sono libri che ritengo utili a capire se stessi e a conoscere se stessi, io credo che questo libro di Stefano Ferri che stimo tantissimo riporta le mie paure e le mie ansie da crossdresser.
Nessun crossdresser è uguale a un altro, come le donne del resto che mi hanno sempre attratto come ne è attratto Stefano.
a differenza di Stefano in me non faccio distinzione tra la mia parte femminile e maschile, spesso ho avute molte crisi di identità ma le riconosco entrambe come Gabbo, sia la mia più profonda femminilità che la mascolinità è sempre Gabbo.
Stasera quando ho letto dell’ostinazione di Stefano di ribadire di non essere gay, come del resto anche io a volte lo ribadisco mi ha riportato alla mia paura di essere scambiato per gay, per transessuale o per qualsiasi altra cosa in vista di giudizi omofobi per la paura semplice di dovere subire violenze e emarginazione e essere licenziati dal lavoro per via del mio gusto sul vestire e delle sensazioni che provo essendo che le persone identificano questa cosa come femminile e non come maschile.
Credo comunque che il problema non è essere scambiato per gay, per trans o per qualsiasi altra cosa, io le ho anche come amiche, il problema maggiore è che queste persone come noi subiscono violenze e il rifiuto di sentirsi alla pari queste persone è un sistema difensivo che mi porta a cercare di difendere la mia identità e le mie esigenze per non dovere subire le ingiustizie che spesso si sentono nei nostri telegiornali, ma in fin dei conti anche se non sono gay non sono certo diverso di queste persone che la società odia tanto e a volte vengono percepite come una calamità divina come accade nel libro di Stefano.
Stasera sto scrivendo con una parrucca, con un seno finto e con il mio vestiti preferito che ho usato per fare questo autoscatto con il libro di Stefano Ferri.
Stefano dice una cosa bellissima nel suo libro, i vestiti non hanno sesso, la barba si, io con questo vestito mi sento al settimo cielo, certo non è un vestito da tutti i giorni, non ho bisogno di avere un seno ma lo indosso solo per motivi estetici ma non perchè sento il bisogno di un seno, cosa diversa invece del vestito e della parrucca, degli anelli, della collana, del braccialetto.
essendo affetto da ADHD e forse dallo spettro autistico , ma chi mi segue esperti diversi dicono cose contrarie io quello che dico di me stesso è che sono dotato di una sensibilità tattile ipersviluppata ad alcuni vestiti che mi rendono dipendente ad indossarli e sentirmeli addosso come più volte ho ripetuto in questo sito.
Questa sensibilità scoperta a 11 anni ha cambiato il mio gusto sui vestiti e la gonna, le maniche a sbuffo, i volant , le gonne ampie di seta e di chiffon sono per me una cosa a cui non posso sottrarmi e rinunciare.
Stefano con i vestiti ha gusti diversi e quello che è importante come lui non può stare senza gonna la stessa cosa vale per me, io magari accetto il dresscode da lavoro con abiti da lavoro, lui invece la sua necessita gli impone che non può rinunciare e forse questa sua dipendenza gli da più coraggio di me per essere se stesso e per mostrarsi per come desidera.
Come lui invidia le donne che possono vestirsi come vogliono è una cosa che mi sento in linea con lui, anzi forse a volte io sono più femminile di loro in fatto di vestiti, ma come dice il libro perchè loro si e io no?
Lui ne libro racconta delle sue paure e degli ostacoli che vive ogni giorno, dalla società, al lavoro alla famiglia, dove io rinuncio a essere chi sono finendo per gettare fango a quello che sono per mascherare la mia situazione sentendola pericolosa o anomala.
ogni tanto vado da charlotte a fare due chiacchere, ma quello che temo di più è di cadere a terra senza potermi più rialzare, già in passato ho dovuto subire parecchie violenze da parte di coetanei a cui non andavo a genio ma anche dal fatto che io non controllavo le mie emozioni come oggi e dalle mie difficoltà cognitive che sono state oggetto di burla e scherzi poco piacevoli da chi avevo vicino.
Una cosa che mi risuona è che se hai paura di te stesso le persone avranno paura di te, la mia insicurezza dovuta alle mie difficoltà cognitive ha disintegrato la mia autostima avendo persino paura di reagire e di difendermi difronte alle violenze che spesso le persone fragili e diverse sono costrette a subire ogni giorno.
Stefano è una persona forte, nel libro parla di situazioni che io sarei finito al tappeto e suicidato mille volte, non sono nuovo ai tentativi di suicidio visto il mio disturbo bipolare come comorbilità e della situazione complessa in cui sono, vedersi alla pari degli altri quando sai che il il proprio cervello si è sviluppato in maniera diversa e ha un sacco di mancanze alla prima difficoltà è facile sentirsi in colpa e in errore per la propria diversità e per la percezione di se stessi di sentirsi stupidi e inadeguati.
In questa situazione di diversità non è facile trovare la forza di potere fare esistere anche il crossdresser che è in me, ma quel crossdresser o meglio quel Gabbo che ha bisogno della gonna e delle maniche a sbuffo ha sempre più urgenza di emergere e potere trovare la libertà che persone come Stefano Ferri lottano ogni giorno per essere se stessi e per rivendicare i propri diritti e la propria esistenza.
Un amico mi disse che si instaura una relazione con una donna, di me avrebbe dovuto vedermi già per come sono e non per quello che la società vuole che sia, su questo forse diversamente da Stefano ferri sarà la cosa che farò, anche se dubito molto che una donna mi possa accettare per come sono perchè temo la mia insicurezza e i miei deficit cognitivi che mi limitano assai in tante cose anche se a volte la gente non se ne accorge.
Nonostante le mie difficoltà di lettura date dall’ADHD ho letto il libro di Stefano Ferri quasi tutto di un fiato, una cosa che non mi sarei mai aspettato, ma credo che visto che il libro non parla solo di lui ma anche di me le emozioni, la curiosità e l’interesse mi ha portato a finirlo senza le difficoltà a cui sono abituato alla lettura.
Ora direi che il mio prossimo obiettivo è potermi cambiare lontano un po’ distante da casa e iniziare a mostrare me stesso per come sono e non per come mi vogliono gli altri.
Grazie Stefano per avere scritto questo libro, leggerlo mi ha fatto riflettere e quando penso a quello che hai dovuto subire mi dai la voglia di combattere e reagire anche se sono una persona fragile e a volte indifesa.
Luisa
Caro Gabbo che bella recensione! Così partecipata e sincera! Io non sono crossdresser ma ti capisco quanto scrivi che è bello mettere la gonna. Anche io le metto ora molto più di un tempo in cui preferivo pantaloni e abiti poco appariscenti.
Ammiro il tuo coraggio e ti faccio tanti auguri!
Luisa