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Sono Un Idiota…. Ecco Perchè

Ho inserito questa immagine di testata perchè la corteccia prefrontale sembra che sia la base delle nostre funzioni esecutive, le quali includono le capacità cognitive che ci consentono di pianificare opzioni e futuri alternativi, generare pensiero critico e riflessivo, prendere decisioni e regolare il comportamento per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Le funzioni esecutive includono, tra le altre capacità cognitive, la memoria di lavoro (cioè la capacità di gestire idee diverse contemporaneamente per categorizzarle, dar loro priorità, cercare somiglianze e differenze), la flessibilità cognitiva (la capacità di passare da un’idea all’altra senza intoppi ed evitare di rimanere bloccati in idee preconcette), la capacità progettuale e di riflessione e, infine, il controllo degli impulsi, che implica la gestione consapevole delle emozioni.

Il controllo delle funzioni esecutive permette a una persona non solo di essere protagonista della propria vita, ma di diventarne l’amministratore.

Quando si dice che da piccolo hai battuto la testa per dare dello scemo a qualcuno a volte non si ha tutti i torti, li nella fronte sta proprio la corteccia prefrontale e alcuni dei miei deficit cognitivi provengono molto probabilmente da quella zona.

Recentemente durante una lezione di corso mi sono trovato difronte al deficit cognitivo legato alla memoria e a quello dell’interpretazione metaforica che nel mio spettro autistico è notevolmente compromessa, per cui si generano fortissime emozioni negative che vissute in mezzo agli altri e a volte anche da soli mandano in tilt tutta la corteccia prefontale mettendola praticamente fuorigioco impedendomi di cercare soluzioni per affrontare un problema, in pratica il problem solving viene messo fuorigioco e l’immagine percepita di se stessi è creata da queste emozioni negative che devastano l’autostima e la capacità di sentirsi una persona degna di rispetto e di non confrontarsi con gli altri solo per i propri deficit cognitivi.

Si proprio così, il mio confronto con gli altri che avviene in automatico non avviene nell’insieme della mia persona, ma per una percezione di me stesso limitata il più delle volte ai deficit cognitivi che ho portandomi a sentirmi inferiore agli altri su molti piani, da quello intelettivo, a quello relazionale a la maggior parte dei miei vissuti e delle mie esperienze.

Anni fa stavo cercando di creare un progetto fotografico momentaneamente abbandonato sui miei deficit cognitivi, vi propongo uno scatto di Fabrizio Toscan che anni fa feci un corso fotografico con lui nel quale cerco di rappresentare la frammentarietà della mia memoria, nel senso che quello che apprendo è frammentato e presenta molte lacune e l’azione che i vissuti fanno sulla mia memoria, come se la mia vita scrivesse nel vuoto e si dissolve…. la maggior parte dei ricordi vengono perduti lasciandomi un vuoto interiore non sempre colmabile, questi deficit cognitivi di cui parlo sono stati testati anche in laboratorio.

La mia memoria frammentaria e la mia vita che scrive a vuoto… scatto di Fabrizio Toscan su mia idea di scatto.

Sicuramente non posso sfuggire dai miei deficit cognitivi, ma il casino capita quando si verificano e mi fanno provare delle emozioni soprattutto negative, provo a fare una similitudine: quello che capita è come se uno in sedia a rotelle si confronta esclusivamente con gli altri sulla base che gli altri camminano e lui no, io ad esempio mi capita di farlo spesso esclusivamente sulla base dei miei deficit cognitivi e sulle mie disfunzioni relazionali che mi portano spesso a essere solo e non integrarmi serenamente con il prossimo e con il sesso opposto.

Ok allora il resto dove ho dei successi dove ho delle soddisfazioni dove ho delle abilità perchè queste cose vengono a meno e non vengono messe nella pentola del confronto per trarne una diversità e non una inferiorità che mi da l’immagine di me di uno stupido e di un idiota?

Credo di potere rispondere a questa domanda più precisamente delle altre volte:

I miei deficit cognitivi li percepisco in maniera molto forte, sia da solo che con gli altri, per cui le emozioni negative che generano questi deficit sono molto forti e diventano l’elemento predominante della mia percezione di me stesso.

L’immagine esterna che gli altri hanno di me a volte è contorta e non uniforme, quando questi deficit cognitivi si presentano molto facilmente passano per una mia inefficenza percepite dagli altri come una persona svalvolata e un po’ fuori di testa, per cui il messaggio indiretto o a volte anche diretto che mi torna è quello di una persona incapace e inadeguata, per cui tutto questo va a rinforzare la mia percezione negativa di me stesso in un gioco dal quale non posso uscire.

Sicuramente manca la visione di insieme, questa mi è sempre mancata da sempre e su questo sono sempre stato zoppo, ma le emozioni negative che provo durante questi momenti sono quelle che mi mettono fuorigioco e mi portano a sentirmi fragile e vulnerabile difronte al prossimo avendone terrore e paura.

Queste emozioni negative predominanti che si verificano quando ho a che fare con insoddisfazioni che riguardano i miei deficit cognitivi dal lato pratico a quello relazionale, per cui a loro volta si rinforzano perchè quando si verificano i ricordi di me stesso che vengono a galla sono tutti quelli negativi andando a rinforzare l’emozione negativa come quella della rabbia che si lega con tutte quelle le cose che la rinforzano.

Le emozioni generate dalle mie soddisfazioni e dalle cose che riesco a fare in cui mi apllico non sono così forti come quelle scaturite dai deficit cognitivi, eppure nonostante riesco a lavorare anche molte volte anche con successo, a fare abbastanza cose e a volte vivere una vita quasi normale le emozioni scaturite dalla mia solitudine e dai miei deficit cognitivi sono così forti che schiacciano quelle positive impedendomi di dare importanza anche a quello che nella mia vita funziona e di bilanciare sul piano emozionale e intelettivo la visione che ho di me stesso e la percezione di me stesso.

Nonostante i miei investimenti in terapie farmacologiche e psichiatriche l’idea di me stesso non è cambiata di una virgola, so solo quello che capita e per ora non esistono cose positive ed emozioni positive in grado di cambiare il bilancio emotivo e la stessa percezione di me stesso permettendomi di affrontare la vita quando si presentano i miei deficit cognitivi sia da solo che con gli altri… alla data odierna quando capita le risorse residue vengono messe fuorigioco, io divento l’essere più fragile e indifeso in balia degli eventi e delle persone.

Recentemente qualcuno mi ha linkato un video di Antonio Ligabue il pittore naif, lui ha disegnato la sua solitudine, io ho cercato di fotografarla e non ho finito, lui si vestiva da donna e io faccio lo stesso, per una vita ha cercato una donna immaginaria in maniera affannata e angosciosa, io ho fatto lo stesso, ha fatto diversi ricoveri in manicomio, io ho fatto lo stesso in casa di cura o clinica pischitrica, in pratica una vita di merda che ci accomuna….

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