In videoconferenza la scorsa settimana con la mia counsuelor mi sono ritrovato a sentire i miei occhi che lacrimavano e quando lei mi chiese che emozione vivevo le dissi che ero completamente neutro. Sembra che io riesca a sentire le mie emozioni solo oltre un determinato livello che non conosco ancora bene e che quando sono forti non riesco a gestirle.
Da tempo sto cercando di capire come affrontare i problemi cognitivi legati alla memoria episodica e a quella di lavoro.
Ieri mentre lavoravo in magazzino mi è capitata una cosa che mi sta capitando frequentemente di trovarmi a fare una cosa, poi mentre la facevo ero sovrapensiero e mi sono trovato che non sapevo più quello che dovevo fare, disorientato senza sapere che cosa stavo facendo o cosa dovevo fare.
Dopo un po’ che mi sono fermato la visione di una area di lavoro mi ha riattivato il ricordo, per cui da lì mi si è accesa una lampadina:
Avevo letto della codifica dei ricordi ma non avevo ancora visualizzato nella mia immaginazione una esperienza che mi potesse fare capire questa cosa, ieri è successo e forse succederà ancora credo.
Di recente ho iniziato a scrivere una biografia sulla scia di un progetto che avevo iniziato con alcuni miei amici per fare un cortometraggio partendo dalla mia esperienza di vita e di come affronto L’ ADHD.
Iniziato questo progetto ho avuto la necessità d scrivere una mia biografia a scopo medico, però mentre la scrivevo mi sono accorto che i ricordi riaffioravano piano piano, ora sono solo alla prima bozza e oggi mi accorgo che quei ricordi sono molto forti ma le emozioni che generano non sono più le stesse, sono passato dal disagio alla commozione, favorendo la riattivazione di ricordi che erano diventati inaccessibili per via del disagio che creavano.
Quando i ricordi sono legati ad emozioni negative o di disagio spesso avviene un oblio volontario o involontario, nella mia vita il mio ADHD e il mio disturbo bipolare con la mia diversità come crossdresser mi ha portato ad avere sensazioni ed emozioni di disagio enormi, più volte ho dovuto immaginare un “io” ideale dovendo rinunciare sempre di più ad essere me stesso fino a ottenere una completa disintegrazione di me stesso e della mia autostima.
In questi giorni di casa per Covid-19 sto facendo degli esercizi di mindfulness basati sul respiro.
Durante le mie letture gli ostacoli maggiori sono dovuti a pensieri intrusivi che mi impediscono la concentrazione.
Il libro di testo in un paragrafo dell’oblio intenzionale parla di un controllo che viene svolto dall’ ippocampo e dalla corteccia frontale cingolata, si sa che nell’adhd queste zone sono colpite, per cui essendo intrusivi i ricordi manca un controllo sulla rievocazione che spesso ne impedisce la concentrazione.
Mi immagino il neurone con i vari ingressi e la sua uscita che va attivare altri ingressi, i ricordi rievocati agiscono come interrupt in elettronica, solo che questi hanno una priorità e vengono messi in coda o nel nostro caso in fatto di neuroni inibiti a tempo indefinito fino alla loro estinzione.
Mi ritrovo a 48 anni di cercare di apparire come se non avessi deficit cognitivi e cercare di apparire di farmi vedere con una intelligenza emotiva che non è certo la mia.
Sicuramente tutto questo è impossibile, ma vivere con dei deficit cognitivi a 48 anni che limitano autonomia e forse la mia intelligenza emotiva è equiparabile a una persona di 9 anni tutto diventa complicato, il mio sviluppo è contrastato dai miei limiti cognitivi che incidono sia sulla mia vita sociale che lavorativa.
Forse la psichiatria ha un sacco di nomi e definizioni per descrivere i miei limiti, però il casino secondo me è che li descrive soltanto e non ne conosce la sua costituzione.
Cercando di capire perché fatico accedere ai ricordi sia alla memoria episodica che a quella semantica è perché ricordo così poco di quello che vivo, la cosa che mi è venuta in mente è di provare a inizializzare ina funzione di trasferimento con retroazione negativa che potrebbe rappresentare il mio problema mentale.
Innanzitutto quello che bisogna fare è identificare i blocchi che la compongono che sono ancora ignoti.
Comunque iniziamo a provare a buttare giù qualche elemento che identifichi un po’ la costituzione di questi blocchi, ma con molta incertezza:
a) Poniamo un blocco costituito da un ingresso e una uscita che rappresenta il mio io con la mia personalità, i desideri, le emozioni, i ricordi, le funzioni esecutive e le capacità cognitive, insomma la parte buona.