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Ora Che La Nebbia Non C’è Più – Un Libro di Charlotte Verniani

Sabato avevo iniziato a leggere questo libro e ieri me lo sono praticamente divorato grazie al riposo e forse anche grazie allo strattera che sta facendo effetto. Non ero solito a leggere così tanto tutto in un colpo ma questo libro l’ho trovato molto interessante e inerente alle mie problematiche da crossdresser.

Come dice il libro è vero che quando si parte si parte da -10 mentre gli altri partono da zero, sono le stesse parole che charlotte mi diceva dorante i nostri dialoghi nel suo negozio, ma nel mio caso io parto da molto più in basso,, perche al mio essere crossdresser vanno uniti anche le problematiche che affronto ogni giorno di ADHD e di Disturbo Bipolare, per cui le difficoltà emotive e sociali sono molto pronunciate anche da questi fattori che rendono molto più difficile la mia emancipazione.

Mi trovo perfettamente in accordo con il libro e con il pensiero di Charlotte sul fatto che bisogna vivere noi stessi non in un gruppo limitato di pesone ma fuori tra le persone comuni, il friendly a volte è una trappola o un ghetto dal quale si ha paura uscire e condividere noi stessi con altre persone che vivono in maniera diversa e la pensano in maniera diversa.

Nel libro quando lei si racconta dichiara anche che non vuole essere presa come esempio e imporre regole, però capisco benissimo che non posso permettermi di andare in giro come rossella o’hara e non dare dell’occhio o alimentare odio transfobico che lo avverto molto dalla gente da cui sono circondato e come dice charlotte bisogna iniziare scremare un po’ e non litigare con nessuno perchè anche se avessimo ragione ci rimetteremmo comunque.

Sapere fare passare gli insulti, le cose fastidiose delle persone per me è molto complicato, il discorso che si fa è quello di lasciare scorrere tutto ciò e di non farsi intimidire da quello che la gente può pensare e può dirci di poco costruttivo. Non sempre ho questa consapevolezza, io spesso con una scarsa autostima e sentendomi spesso da meno degli altri non riesco essere autonomo e fiducioso delle mie potenzialità e della mia autonomia di persona e di pensiero, per cui non sempre è attuabile quello che riesce fare charlotte visto le mie difficoltà psichiche e sociali.

Io dico che parto da -50 non da -10 e ognuno deve guardare la sua situazione, so anche di essere un caso un po’ sfigato, fortunatamente sono uno di quei pochi casi in cui le difficoltà sono veramente profonde, ma però non voglio giudicare le difficoltà altrui nell’emanciparsi perchè peccherei di ignoranza e di presunzione.

E’ vero che Siamo i diretti responsabili del fatto che la gente non è abituata a vederci in società vestiti in maniera elegante nel mio caso in abiti femminili e fare una vita sociale e dignitosa, persone che lavorano, che vanno nei bar a prendere un aperitivo con amici o meglio con amiche, io stesso mi nascondo dalle mie vesti e non vivo la normalità del mio desiderio di stare in gonna in una maniera elegante e accettabile, non lo faccio ancora, ho ancora molte difficoltà, ma un po’ è come dovere essere un virus che deve contagiare la società e contagiare in tutti gli ambienti da cui essa è composta.

Ho fatto un pensiero, la cosa che mi da fastidio quando mi vesto da donna in pubblico è essere preso per una donna e essere visto come una persona che è legata a una cultura sessuale che non mi appartiene, spesso si viene visti solo per questo e fa molto male, però questo mi fa anche un po’ capire quanto una donna si possa sentire a disagio quando viene vista solo a scopi sessuali e non valorizzata come persona con le sue qualità che vanno al di fuori dei canoni estetici e sessuali, deve essere una cosa un po’ fastidiosa.

Io sto muovendo i primi passi, sto aumentando i coming out e sto iniziando ad avere qualche amica con cui condivido un po’ della mia femminilità mascolina, ma ho ancora mille timori e sto cercando di curarmi per uscire da queste mie difficoltà riuscendo a vivere me stesso senza quuei sconvolgimenti emozionali che mandano in tilt la mia corteccia mettendola completamente fuoriuso.. questo è un problema molto forte per cuii non posso pensare che il mio lavoro sarà facile come quello delle persone che non hanno una disregolazione emotiva e problemi sociali che non provengono dal mio essere crossdresser ma dai miei problemi psicofisici che hanno sempre avuto un peso molto importante nella mia esistenza, però in questo mi ci vedo un po’ nel pensiero di charlotte quando parla di cercare di fare coming out e di uscire dalla diffidenza che può essere ostacolo alle relazioni con gli altri nelle vesti che più amo.

Sono ancora molto lontano di dividere lavoro e casa, però se seguissi il libro una cosa che vorrei fare è lavorare in abiti da lavoro e all’uscita vestirmi in abiti femminili… non sempre ma molto spesso, nel mio caso cambiarmi a casa e vivere la mia vita in abiti femminili nei cinema nei teatri nei negozi e nelle mostre fotografiche, o nei concerti di musica classica dove vorrei andare, ma per ora è ancora una normalità che non vivo perchè sono troppo diffidente e vulnerabile, ma lo sono comunque anche in abiti maschili non solo femminili, per cio il problema è molto più profondo da quello che è il mio essere crossdresser e amante degli abiti femminili.

Una cosa che mi ha dato da riflettere è che charlotte è riuscita ad affrontare i suoi bulli, io ho sempre subito da loro per questo oggi ho ancora paura e i miei traumi mi impediscono di vivere una vita normale, ma questo va oltre il fatto di essere crossdresser o trans o quello che volete, ma per me è una paura profonda che ha generato dei traumi e mi allontana dalla vita e dalle persone, impedendomi di essere me stesso e di vivere la mia vita con tranquillità.

Molte volte ho paura di chiudere le relazioni con i miei genitori e i famigliari, la mia dipendenza da loro mi porta a una autonomia ridotta che mi limita sul mio essere crossdresser e di vivere me stesso come mi piace, ma spendere 340€ al mese per via dell’ adhd e del disturbo bipolare non è cosa facile, per cui s9i cerca di dare un colpo alla botte e un colpo al cerchio, è un equilibrio precario, ma questa debolezza e questa fragilità è anche dei miei famigliari e non solo mia, perchè la chiusura dei rapporti è quella che testimonia la loro fragilità e la loro debolezza, come mi fecero capire circa 20 anni fa quando dichiarai a loro di questa mia passione per gli abiti femminili…

Comprendo sempre di più la crossdresser Newage del libro ma il mio orientamento come crossdresser è senza trucchi e senza cose artificiose come seni o cose di questo tipo, più o meno simile come Stefano Ferri conoscendo lui come persona che si avvicina al mio stile, però devo cercare di vestirmi elegante pulito e cercare di muovermi meno grezzamente di quello che faccio ora perchè so che per come sono ora alimento di più la transfobia che l’ingresso in società nelle vesti che amo, il libro da spunti buoni, non tutti attuabili a mio avviso perchè non siamo tutti persone uguali, ma parla bene delle difficoltà e delle misure da prendere per cercare di entrare in società come uomini con la gonna o come persone che provengono da ambienti poco raccomandabili che tutti conosciamo.

Una cosa che mi viene in mente è la carrozza dei Crossdresser, no caricò neppure me quella carrozza, ma non so se era perchè ero vestito come rossella o’hara o davo troppe attenzioni per andare al Marconi non mi ricordo i fatti come andarono.. ho un vuoto di memoria, ma uqella carrozza che nel libro per charlotte era un’altra ha lasciato a piedi anche a me, però devo ancora maturare… sto iniziando solo ora a vestirmi da solo in una maniera più accettabile e più adeguata ai tempi.. ma sono una persona che non vuole essere chiamata per nome femminile ma per nome maschile, anche in vesti femminili e atteggiamenti femminili… io qualunque cosa faccia e qualunque cosa metta sono Gabbo e rimango Gabbo, un Gabbo che ama la gonna, la fragilità e la delicatezza.

Crossdressing, libri

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